Silvia, una nostra cara amica ipovedente, mi invita all’inaugurazione della loro mostra fotografica. Ha frequentato un corso di fotografia ideato per la locale associazione ciechi ed ipovedenti dal fotografo Sergio Visciano. Subito hanno pensato ad uno scherzo, ma poi, mi assicura, è stata un’avventura affascinante, tant’è che probabilmente ne faranno un proseguo. Hanno acquisito le informazioni sulla tecnica fotografica, e nelle uscite sono stati guidati nella composizione, anche se ognuno ha deciso autonomamente cosa inquadrare e cosa no.

Nella mostra, oltre alle foto stampate, sono esposte le relative “litofanie1” ed in alcuni casi delle stampe 3D degli oggetti. Nel caso del ritratto (bellissimi quelli di Giulia), o degli oggetti, la loro esperienza può essere fatta dal vivo sul soggetto stesso. Ma nel caso di un panorama non hanno modo di percepirlo: mica si può toccare un paesaggio! O l’interno di una chiesa. Sono state le parole di Silvia: “di tutto quello che non vedo più, sono i paesaggi a mancarmi maggiormente” a farmi realizzare questa loro affermazione. Tramite queste litofanie hanno modo di sentirlo!! Wow! Complimenti a loro tutti.

  1. Non sono propriamente delle litofanie, ma usano lo stesso principio: l’immagine viene resa in bianco e nero, fortemente contrastata. A questo punto sulla superficie fisica i toni più scuri vengono scavati più profondamente – diventa una sorta di bassorilievo. ↩︎