Arrivo a Palazzo Reale. “Ci dispiace, è chiuso”. “Come chiuso?!?!” “C’è un evento. Riapre alle 14.” @#&!
Ecco dove ho vinto il tempo per visitare la mostra di Salgado, e per fare quattro passi tra Chinatown, Brera e zona Duomo. Curioso vedere le persone che sciamano dagli uffici per mangiare in fretta un boccone nei vari locali – e non farne parte 🙂
Per sicurezza faccio il biglietto on-line, sia mai che tutti quelli che sono stati rimbalzati questa mattina si accalchino quando apre. Ottima idea, salto la fila alla cassa.
E’ un mese abbondante che ho per le mani il catalogo della mostra, diciamo che arrivo preparato. E in parte spoilerato.
Bello il percorso cronologico, con le insegne neon a scandire le decadi, e interessanti le riviste esposte in teca (lui ha pubblicato 4 numeri della Helmut Newton’s Illustrated, che riprende quelle che erano famose nei suoi anni berlinesi).
Big Nudes. Impressionanti, a maggior ragione se si fa caso al fatto che sono stampe fotografiche, non inkjet.
Audioguida. Buona l’idea di puntare al sito, in modo che ognuno se la possa ascoltare con il proprio dispositivo. Suggerimenti di miglioramento: poter scegliere la lingua dal menu, invece che doversi inventare di cambiare /en in /it nell’URL, visto che lo prende in automatico in base alla lingua del telefono. Anziché far leggere pedissequamente a Denis Curti (o Matthias Harder in inglese) quello che già è affisso, perché non dare spazio a altri suoi commenti, visto che sui social ne ha pubblicato più di uno, e molto interessanti? L’audioguida punta pur sempre a un sito web, quindi dovrebbe essere abbastanza facile da aggiornare. Il suo handle Instagram è denis_curti.
Illuminazione. Qui non ci siamo, ma nella mia esperienza delle mostre a Palazzo Reale è un tratto comune. Riflessi su riflessi, non c’è modo di gustarsi le immagini senza. L’esatto opposto di quanto appena sperimentato nella succitata mostra di Salgado.
E visto che ci siamo, non credo sia accettabile che i vetri delle cornici siano puliti così male, anche se la mostra si avvicina alla fine (ma manca comunque ancora un mese sui tre di durata totale).
Catalogo. Bello, grande, esaustivo, consigliato. Ma perché manca la seconda immagine di Rue Aubriot, quella con la modella svestita accanto a quella in tailleur di Yves Saint Laurent? Formano un dittico rilevante anche dal punto di vista della narrazione dell’evoluzione della fotografia di Newton stesso.
Esiste anche la terza versione, quella con il bacio.